La contabilità semplificata è il regime contabile dedicato ai lavoratori autonomi, che può essere adottato dalle piccole imprese non aventi diritto di accesso al regime forfettario. Il funzionamento di tale regime è disciplinato dall’art. 18 del DPR n. 600/73.


Si tratta di una soluzione vantaggiosa per le imprese minori, che consiste nella semplificazione della tenuta dei libri e dei registri contabili.

Tuttavia, le imprese che scelgono la contabilità semplificata devono accettare di essere soggette a limitazioni nella deducibilità delle spese e nell'accesso a determinate agevolazioni fiscali.

Il regime è attivabile per opzione o per comportamento concludente da parte del soggetto (persone fisiche che esercitano attività di impresa o lavoro autonomo, società di persone o enti non commerciali): l’opzione deve essere attivata in concomitanza con la prima dichiarazione IVA annuale.

Adottando il regime di contabilità semplificata, i registri obbligatori da compilare sono i seguenti:

  • registro incassi e pagamenti;
  • registro IVA;
  • registro dei beni ammortizzabili;
  • libro unico del lavoro.

Per “registro incassi e pagamenti” s’intende un registro cronologico delle spese sostenute e delle entrate percepite. Per ogni operazione bisogna indicare l’importo pagato o incassato, l’indicazione del cliente o del fornitore con cui è stata svolta la transazione e gli estremi del documento incassato o pagato.


Il regime di contabilità semplificata per professionisti e artisti (comunemente chiamati lavoratori autonomi) costituisce il regime di contabilità naturale, indipendentemente dall'ammontare del reddito percepito.

Per quanto riguarda le imprese, invece, non tutte rientrano nei requisiti previsti per ottenere la contabilità semplificata.

limiti di fatturato annuo fissati per le imprese riguardano il fatturato annuo, calcolato seguendo il principio di cassa. Oltre una certa soglia i soggetti cadono nella contabilità ordinaria.

I limiti in questione sono dettati dalla legge e dipendono dal tipo di impresa:

  • 500.000 euro per le imprese che vendono prestazioni di servizi;
  • 800.000 euro per le attività che prevedono la cessione di beni.


Entrambe le soglie sono state aumentate nel 2023 di 100.000 (fino al 2022 ammontavano rispettivamente a 400.000 e 700.000 euro), concedendo a più imprese il passaggio da contabilità ordinaria a semplificata.

La contabilità semplificata è applicata di anno in anno qualora, al momento della prima dichiarazione IVA annuale, i descritti limiti di fatturato non vengano superati, salvo specifica opzione di contabilità ordinaria.